Chemioterapia
Il trattamento chemioterapico basato su una combinazione di due farmaci, di cui uno contenente un sale di platino (cisplatino o carboplatino), è stato per anni lo standard di trattamento del mesotelioma pleurico maligno.
Purtroppo questo trattamento non è risolutivo e, al momento della ripresa della malattia, nessuna ulteriore terapia si era mostrata particolarmente efficace.
Immunoterapia
Negli ultimi anni, tuttavia, la scoperta dell’immunoterapia e di altri farmaci contro la vascolarizzazione tumorale, hanno dato una nuova speranza ai pazienti e hanno permesso lo studio di nuovi protocolli di ricerca.
In particolare, l’immunoterapia, che consiste di alcuni farmaci diretti contro alcuni baluardi (ad esempio, il PD1, PDL1, CTLA4) utilizzati dalle cellule tumorali per difendersi dall’attacco del sistema immunitario, hanno mostrato un beneficio sia come trattamento di prima che di seconda battuta.

Altri farmaci
Altri farmaci diretti contro la capacità delle cellule di rifornirsi di nuovi vasi ematici (come il ramucirumab), hanno dimostrato di potenziare l’effetto della chemioterapia.
Biomarcatori prognostici e predittivi
Un campo di ricerca molto importante riguarda l’identificazione di caratteristiche molecolari, geniche o di laboratorio specifiche del tumore e dei pazienti che possono permetterci di predire meglio il beneficio di un trattamento piuttosto che un altro, ovvero i cosiddetti biomarcatori prognostici e predittivi.
L’identificazione di biomarcatori predittivi e lo sviluppo di nuovi farmaci mirati sono attualmente oggetto di un’intensa ricerca di laboratorio e clinica, che si realizza nei nuovi protocolli clinici sperimentali disponibili nei centri specializzati per questa patologia e sulla quale si confida molto per la possibilità di cambiare la cattiva prognosi di questa malattia.